domenica 7 agosto 2011

L'altro paese di Clarice

Clarice e il castello Anguillara di Stabbia


Clarice Anguillara nacque nel palazzo di Stabbia, l'odierna Calcata, da Maddalena Strozzi e del conte Flaminio Anguillara. Sua nonna era Clarice de' Medici da cui la piccola Clarice ereditò oltre il nome, la fierezza e la forza d'animo.

Nel castello di Stabbia Clarice trascorse la sua infanzia.
Notizie precise sulla sua costruzione non vi sono, ma è accertato che nel 1200 esisteva già.
L'imponenza della struttura fa supporre che il castello avesse un ruolo di importanza fondamentale per la Famiglia Anguillara proprietaria del forte per oltre due secoli. L'ingresso sul lato nord del castello si sviluppa attraverso due larghe cordonate che caratterizzano insieme alla scalinata della Chiesa collegiata di San Giuliano, la caratteristica piazzetta racchiusa fra i due monumenti.


Nel Castello si accede attraverso un portale costituito da un arco di marmo che evidenzia lo stemma della Casata, le caratteristiche bisce incrociate, e attraversato il portone si entra nell'ampio cortile interno, in parte porticato, dove esisteva un artistico pozzo di travertino con gli stemmi degli Anguillara e di Casa Strozzi, ormai da tempo trafugato.


Tutto l'edificio ha subito nei secoli numerose e sostanziali modifiche che ne hanno ampliato pian piano la superficie lasciando visibile la primitiva struttura nella parete a nord che evidenzia una merlatura a cui successivamente è stata sovrapposta tutta la parte rinascimentale. Nel XVI secolo fu ampliata la parte ad est creando una contiguità con la chiesa di Sant'Agostino, e conferendo alla facciata principale l'attuale aspetto, con le tre possenti logge in travertino che servivano il salone di rappresentanza del castello stesso. Da una analisi superficiale si può supporre che il castello nel 1300 presentava una completa merlatura, si sviluppava su di un'area circa la metà di quella attuale ed aveva agli angoli 4 torrioni rotondi ed una torre quadrata, che situata nella parete a sud controllava il vallo da cui si ergeva il castello e che isolava completamente l'abitato. Sulla facciata ovest fu costruita una seconda torre quadrata alla cui base è presente l'arco che permette l'accesso al borgo antico. Agli inizi del secolo questa torre e la torre rotonda sulla piazza della collegiata crollarono, probabilmente a causa di un evento sismico, soltanto la torre rotonda fu ricostruita completamente.


La facciata a sud ha una grande loggia coperta, fatta costruire da Maddalena Strozzi, che pur nella sua semplicità, crea particolari effetti ed illusioni di grandi spazi. Merita una particolare citazione l'altissima torretta che chiude ad est la facciata principale ornata di semplici finestre rifinite in peperino, e infine da ricordare la scala a chiocciola che internamente al fabbricato, lato nord est, dai piani inferiori portava fino alle soffitte prendendo luce da aperture con arco tondo in peperino.




In questo palazzo costruito su una rupe che sovrasta un'immensa vallata, le stanze dedicate alle donne erano quelle situate sul versante di destra che guardavano la scalinata della chiesa di san Giuliano. Qui Clarice trascorreva il suo tempo imparando le arti femminili per prepararsi alla vita di palazzo, ad usare l'ago, a ricamare ed anche ad usare il telaio, a tener cura della biancheria e del vestiario. Clarice aveva un paggetto ed una damigella devota che si prendeva affettuosa cura della fanciulla. Come ogni fanciulla del suo tempo aveva un precettore privato che grande importanza ebbe poi nella sua vita, rivestendo il ruolo di guida spirituale e culturale.
L'arredamento del palazzo baronale, era sobrio ed essenziale, la camera con letto di noce a baldacchino, secretaire contenente profumi gioielli e forzieri, ed una cassapanca per vestiario...l'angolo pranzo era un grande salone con camino, tavola con seggiole, credenza con candelabri, tovaglie e tovaglioli di damasco, bacinella d'argento, piatti di stagno e di porcellana per le grandi occasioni. Al centro troneggiava un lampadario e sulle pareti due quadri degli antenati con l'albero genealogico della famiglia Anguillara al centro.
Con la mamma Maddalena Strozzi e la sorella Lucrezia, trascorrevano i mesi estivi nella tenuta della Carlotta fatta costruire dalla stessa Maddalena tra Faleria e Rignano nell'intenso verde dei noccioleti. Un viale di accesso ornato di roseti e uva spina immetteva al Casaletto ed era tenuto con particolare cura per volontà di Maddalena.
Nella chiesa di San Giuliano la piccola Clarice pregava devota, e nel 1557 il suo nome si legò alla vicenda del ritrovamento della preziosa reliquia di Gesù che soltanto lei riuscì ad aprire dal suo scrigno, alla presenza del parroco e di sua madre Maddalena, reliquia venerata a Calcata fino agli anni '80 del secolo scorso quando fu trafugata.
Nel 1560 il Conte Flaminio cadde nella battaglia delle Gerbe e la giovane vedova Maddalena fu nominata tutrice delle figlie affrontando responsabilmente il ruolo che le competeva. Ancora giovanissima Clarice sposò Sciarra Colonna Signore di Castelnuovo di Porto, lasciò il palazzo di Stabbia, seguendo il consorte nella nuova dimora, la Rocca Colonna di Castelnuovo...

Via Clarice Colonna in una foto d'epoca.

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